Disabilità e Comunicazione

«Il diritto di comunicare della persona quale necessità esistenziale»

«Non si può non comunicare» (Paul Watzlawick)

La comunicazione costituisce un ponte tra il mondo interiore di ogni individuo e il mondo esterno, è un modo per capire gli altri e per far capire noi stessi. Si basa su uno scambio diretto verso un’altra persona al quale deve seguire una coerente reazione o conseguenza; può avere come scopo il confronto, il relazionarsi e il condividere con l’altro.
Nella comunicazione è fondamentale il ruolo del linguaggio.
Il linguaggio si divide in due categorie: linguaggio verbale (parola orale, parola scritta, suoni onomatopeici) e linguaggio non verbale (es. gesti, mimica facciale, vicinanza all’interlocutore, postura, ritmo, ecc.).

Ma cosa succede se non c’è il linguaggio?
Ci sono persone che non possono parlare a causa di disabilità congenite e/o acquisite sia di carattere temporaneo sia permanente (es. in seguito ad incidente; ictus; ecc.). Tuttavia l’impossibilità ad utilizzare il linguaggio non costituisce al tempo stesso un’impossibilità a comunicare.

In base al tipo di disabilità dell’individuo si possono riscontrare delle compromissioni nel linguaggio verbale (disturbi della comunicazione), nel linguaggio non verbale (disturbi della relazione) e nella comprensione.
Il disturbo della relazione, in particolare, si manifesta sotto forma di comportamenti problema, non adattabilità e scarsa capacità d’inserimento nel contesto sociale, difficoltà ad esprimere e comprendere i propri bisogni e necessità, frustrazione.

Come intervenire?
La CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) è uno strumento riabilitativo ed educativo nell’ambito delle disabilità verbali che permette agli individui di interagire con l’altro, di ottenere risposte e di soddisfare i propri bisogni concreti o sociali. Ha l’obiettivo di trovare soluzioni anche nei casi più gravi e difficili.

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