Che cosa sono i DSA e gli ADHD?

Cosa sono i DSA?

DSA sta per Disturbi (alterazioni di una particolare funzione) Specifici (riguarda specifiche abilità e non l’intelligenza di una persona) di Apprendimento (coinvolge abilità di apprendimento scolastico come la scrittura, la lettura, il calcolo).
Questi disturbi rientrano tra i Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche e si differenziano in:

  • Dislessia: interessa l’abilità di lettura;
  • Disortografia e Disgrafia: colpiscono l’abilità di scrittura;
  • Discalculia: disturbo delle abilità di cognizione numerica e di calcolo.

A volte si presentano in associazione, ma non determinano una minore intelligenza del soggetto.


Cosa sono gli ADHD?

Il disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder, ADHD)è un disturbo dell’ autoregolazione cognitiva e comportamentale con esordio in età evolutiva (prima dei 12 anni), caratterizzato da disattenzione e/o iperattività e impulsività, ma diagnosticabile anche in adolescenza e in età adulta; devono essere presenti sei o più sintomi di Inattenzione o di Iperattività/Impulsività (cinque sintomi adolescenti/adulti), per almeno sei mesi, in almeno due contesti (casa, scuola, gioco ecc…), con una compromissione significativa del funzionamento globale (scolastico, sociale, occupazionale, ecc…).
Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività è uno dei disturbi del neurosviluppo che colpisce il 3-5% dei bambini in età scolare dotati di un QI normale o superiore alla media, con un rapporto di 3 maschi per 1 femmina.

DIAGNOSI
La diagnosi, ma anche la loro certificazione, avviene ai sensi della legge 170 del 2010. Tale diagnosi può essere effettuata solo da professionisti del settore sanitario (psicologi, medici) e non da logopedisti o pedagogisti. Un bambino può essere sottoposto a certificazione in determinati momenti del processo evolutivo, per la dislessia / disortografia / disgrafia non prima del termine della II elementare, mentre per discalculia non prima del termine della III elementare. Entro gli 8 anni, infatti, termina il processo di apprendimento delle abilità di base della lettura, scrittura e calcolo. Non avrebbe senso parlare prima di disturbi di apprendimento, in quanto eventuali difficoltà del bambino rientrerebbero nel suo normale processo evolutivo.
Gli alunni DSA hanno diritto al PDP – Piano didattico personalizzato. Questo strumento è diverso dal PEI, in quanto la programmazione curriculare non è differenziata dagli altri studenti, perciò gli obiettivi di apprendimento da raggiungere sono gli stessi dei compagni. Solo la didattica è individualizzata e personalizzata, indicando metodologie e di conseguenza materiali e tempi diversificati per il pieno raggiungimento di tali obiettivi. In tale ottica è necessario fornire al bambino strumenti compensativi, cioè strumenti che gli permettano di compensare le difficoltà di esecuzione di compiti automatici, mettendo il soggetto in condizione di operare più agevolmente; e misure dispensative, una serie di misure che coinvolgono l’intero processo di valutazione (sono dispense che riguardano i tempi di realizzazione e i tipi di prestazione richiesta).

Dislessia
Si manifesta con difficoltà a leggere in modo accurato e fluente (velocità e correttezza). Colpisce l’abilità di decodifica del testo (riconoscere segni grafici e riprodurli in una sequenza di suoni o in una immagine mentale) che si ripercuote quasi sempre sulla comprensione.
Per la diagnosi si valutano due parametri: correttezza e rapidità in prove di lettura di parole, non parole (fondamentale per i dislessici adulti e/o compensati) e di brani (di cui il parametro comprensione stabilisce il grado di interferenza nella vita quotidiana).

Come si osserva a scuola?

  • lettura scorretta – molti errori: es. confonde le lettere che appaiono simili graficamente (es. m – n, b-d-q-p, a-e) o che suonano simili (es. t – d; f – v)
  • lettura lenta (a volte sillabata) oppure errori di anticipazione
  • difficoltà nell’associazione grafema-fonema e/o fonema–grafema (inversioni, omissioni, ecc.)
  • ha difficoltà nella memorizzazione delle definizioni e dei termini specifici
  • salta le parole e/o le righe e si stanca facilmente
  • ha difficoltà di comprensione del testo scritto
  • ha più difficoltà con le parole nuove e con le parole straniere

Disortografia e Disgrafia
La Disortografia è la difficoltà a scrivere correttamente, riguarda la componente costruttiva della scrittura.
Per la diagnosi si valuta il parametro della correttezza con analisi qualitativa degli errori. Questa può essere eseguita attraverso dettati o composizione di frasi e/o brevi brani, ma non di parole singole, in cui l’errore potrebbe risultare nascosto.

Come si osserva a scuola?

  • Lettere / sillabe o parti di parole aggiunte /sostituite o omesse (es. prta per porta)
  • Inversioni di suoni visivamente simili per forma (m-n; b-d) o suono (p-v, v-f)
  • Fusioni o separazioni illecite (es. lape per l’ape)
  • Errori ortografici
  • Errori fonologici (doppie/accenti, ecc.)

La Disgrafia riguarda la componente motoria della scrittura, ovvero la sua realizzazione grafica (difficoltà a scrivere in modo fluente / rapido e chiaro) e si manifesta con difficoltà in merito alle regole ortografiche.

Come si osserva a scuola?

  • Parole disomogenee (lettere più grandi e più piccole nella stessa parola)
  • Parole non allineate con le righe, talvolta fluttuanti
  • Parole illeggibili
  • Tendenza a premere troppo sul foglio o, al contrario, a tracciare le lettere troppo leggere, quasi invisibili
  • Estrema lentezza e fatica nello scrivere (gesto poco fluido)
  • Parole troppo distanti tra loro alternate ad altre attaccate
  • Parole scritte in senso opposto a quello normale della lingua italiana
  • Difficile gestione dello spazio nel foglio e frequenti cancellature
  • Confusione tra i fonemi
  • Difficoltà nel riconoscere destra /sinistra
  • Difficoltà nel memorizzare sequenze (es. giorni settimana, mesi, alfabeto)
  • Difficoltà nel leggere l’orologio analogico
  • Difficoltà ad orientarsi nel tempo e nello spazio e / o a pianificare / organizzare le attività e i compiti nelle varie materie
  • Carenze nella memoria a breve termine / nel memorizzare termini specifici e date
  • Difficoltà a mantenere tempi di attenzione adeguati
  • Impaccio motorio (allacciarsi scarpe / bottoni / disegno tecnico – geometrico)

Discalculia
Riguarda le difficoltà nell’abilità di calcolo, nella conoscenza numerica di base (es. quantificazione, comparazione, calcolo a mente, ecc.) e/o nelle procedure esecutive (lettura, scrittura e incolonnamento).
Per la diagnosi si valutano due parametri: accuratezza e rapidità, con l’analisi qualitativa degli errori. Si può manifestare nelle attività di processamento numerico (scrittura e la lettura di numeri, confronto e ordinamento numerico), nel recupero dei fatti aritmetici (l’abilità di svolgere semplici calcoli in automatico), nelle conoscenze procedurali (l’applicazione degli algoritmi nelle operazioni).

Come si osserva a scuola?

  • Difficoltà nell’associare ad una certa quantità il numero corrispondente
  • Difficoltà nell’imparare il significato dei segni
  • Difficoltà ad analizzare e riconoscere i dati che permettono la soluzione di un problema
  • Difficoltà nell’apprendere le regole dei calcoli
  • Difficoltà nell’apprendere semplici operazioni
  • Difficoltà di organizzazione spazio-temporale e visuo-spaziale
  • Difficoltà di coordinazione motoria, soprattutto fine
  • Difficoltà di svolgimento di compiti in sequenza
  • Identificare i numeri e nello scriverli (oltre a confondere i simboli matematici)
  • Riconoscere le unità che compongono un numero
  • Identificare i rapporti fra le cifre all’interno di un numero
  • Saper scrivere numeri sotto dettatura
  • Numerare in senso progressivo
  • Svolgimento delle operazioni matematiche
  • Cogliere nessi e relazioni matematiche
  • Posizionare lo zero

SINTOMI
I sintomi dell’ ADHD sono:
Disattenzione: non presta molta attenzione ai dettagli, commette errori di distrazione, non riesce a mantenere l’ attenzione sui compiti o le attività, sembra che non ascolti bene, non segue le consegne, non porta a termine il lavoro, non sa organizzare bene le attività, evita o non fa volentieri ciò che richiederebbe un impegno protratto, perde il materiale che gli serve per svolgere compiti o attività, si distrae facilmente e si dimentica le cose;
Iperattività-impulsività: muove con irrequietezza le mani o i piedi o si lamenta o si dimena sulla sedia, si alza quando dovrebbe restare seduto, va in giro o si arrampica quando non dovrebbe farlo, è incapace di giocare tranquillamente, spesso sembra che sia “sempre in movimento” o che “abbia un motore nel corpo”, parla troppo, “spara” le risposte avventatamente, non sa aspettare e interrompe o si intromette nelle attività altrui. (Barkley, 2018).

Vediamo la potenziale relazione tra le Funzione Esecutive e autoregolazione. Esse condividono una definizione simile, ma non identica, entrambe implicano azioni rivolte a un obiettivo o orientate verso il futuro, implicano il problem-solving come parte di queste azioni rivolte a un obiettivo. Inoltre, quando osserviamo la lista dei processi mentali solitamente elencati come parte della nozione di FE, questa include: inibizione, la resistenza alle distrazioni, auto-consapevolezza, memoria operativa, autocontrollo emotivo e auto-motivazione.
Queste sono abilità esclusivamente mentali che sono già state identificate come fondamentali nell’autoregolazione. Infatti, ogni funzione esecutiva può essere considerata una forma o un tipo speciale di autoregolazione. In breve, una FE è un tipo specifico di azioni che rivolgiamo a noi stessi ai fini dell’autoregolazione.
L’ADHD porta ad un tasso alto di abbandono scolastico e lavorativo rispetto alla norma; altre conseguenze di questo disturbo possono essere disturbi ansioso-depressivi, disturbi oppositivo-provocatori, disturbi della condotta, disturbi del sonno e del ritmo circadiano, divorzi più frequenti, maggior rischio di incidenti stradali e dipendenze patologiche. In molti casi le conseguenze sono causate direttamente dalla neurobiologia del disturbo, in particolare negli squilibri sonno-veglia (ritmo circadiano) e nelle dipendenze.

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