Atelier delle Arti: Elogio alla Disarmonia

Lo spazio espositivo, é dedicato all’opera di Gillo Dorfles,  unica figura del ‘900 che ha saputo leggere tutto il periodo  con cruda lucidità.

“La confusione delle lingue in un’epoca come la nostra irta di vocabolari, di lessici, di manuali; il sapere enciclopedico ridotto a divulgazione e a banale raccolta di dati; lo scacco matto inferto al trionfo della ragione; il riaffacciarsi dell’irrazionale, dell’onirico, del paradossale, sempre in agguato a minare – solo in apparenza – lucide ragnatele di un pensiero logico. Non é certo agevole descrivere la situazione nella quale oggi si dibatte il pensiero dell’Abendland (mai come ora l’Occidente europeo non si poteva meglio definire che PAESE DELLA SERA: la sera di una società moribonda), ma certamente la terraferma, – non solo geologica e antropologica ma etica ed estetica – sulla quale poggiavamo e progredivamo ancora alla metà del secolo scorso, si viene lentamente e inesorabilmente disgregando, forse inabissando nelle paludi dove non regna l’euritmia, la simmetria, ma dove nuove isole di un arcipelago nascente emergono già tra le alghe dell’eutrofizzazione e le schiume dell’inquinamento.”

(Gillo Dorfles “Elogio della disarmonia”)

Dorfles, nel testo sopra citato mette in luce l’importanza che ha riacquistato o sta riacquistando, il pensiero mitico, l’immaginario, l’irrazionale e in genere tutto quanto si discosta dai canoni ormai se inopportuni, certamente inadeguati, del simmetrico, dell’armonico, del logico.
Ecco la nascita di una nuova BABELE, come un rinnovato mito, come nuova interpretazione della “confusione delle lingue” (eteroglossia);  la giustificazione di un percorso recente, nel mondo delle arti: sfociato forse da un “pensiero debole” e per me negativo!

Cosa aggiungere ancora, se non l’adeguamento alla nuova NORMA-lità?
Lo spazio si prefigge la missione di accogliere e di far nascere nel suo interno, parte delle opere che stanno celebrando l’odierno contemporaneo.

Paolo Monina

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